"The unexamined life is not worth living"
Socrates
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venerdì 22 novembre 2013

IL CASO ITALIA E IL RECUPERO DEL VOLTO DELL'UOMO


Negli ultimi anni il popolo italiano si è sovente ritrovato a riflettere sul tema dell'immigrazione clandestina, soprattutto in seguito alle numerose stragi avvenute al largo dell'isola di Lampedusa. Il sud dell'Italia, nella maggior parte dei casi, ha dimostrato grandi capacità empatiche dando accoglienza e aiuto a questi uomini e donne, ma nel resto dell'Europa abbiamo assistito ad una continua indifferenza, se non ostilità come nel caso di Malta che sparò su questi uomini per non farli avvicinare alle proprie coste. Ciò ci lascia turbati soprattutto se ci si sofferma a riflettere che sono proprio i paesi occidentali che approfittano della povertà dei paesi del terzo mondo e che spesso ne sono anche la causa.


Un simile fenomeno sta divenendo realtà anche per l'Italia. Per diverse cause,infatti, il Bel Paese è stato lentamente svenduto a diversi stati stranieri (direttamente o attraverso terzi), iniziando dai servizi pubblici per concludere ai giorni nostri con la cessione di quelle aziende manufatturiere che in passato hanno reso il 'Made in Italy' famoso nel mondo. Dopo 150 anni di unità, l'Italia oggi si ritrova frazionata e ad essere possesso di altre nazioni come nel lontano pre-Risorgimento. Questa situazione ha dato luogo ad ondate di emigrazione italiana verso quei paesi che approfittano della povertà di questo paese (e in parte ne sono anche causa) e ad un conseguente aumento dell'ostilità verso gli italiani come dimostrato dalla recente uccisione di un giovane italiano in Gran Bretagna.


Che tipo di società è questa che gode dell'indigenza altrui e che ignora l'essere umano?! Questo è il tipo di benessere che rincorriamo?!


Abbiamo perso di vista l'uomo, l'altro, il prossimo: per dirlo con le parole del filosofo Emmanuel Levinas, abbiamo smesso di guardare al volto dell'uomo. E' il volto nella sua nudità e irriducibilità che ci richiama, che ci ricorda che l'altro non può essere annullato o ricondotto a noi stessi. Il volto ci pone una domanda e ci mette di fronte alla responsabilità che abbiamo verso l'altro.


E' proprio il rapporto con l'altro nella sua dignità di essere umano che abbiamo bisogno di recuperare. Viviamo in un sistema in cui tutto è diventato 'Economia': la politica in cui lo Stato è diventato una grande azienda piuttosto che l'organo che salvaguardia il bene di tutto il popolo; la felicità, la quale è stata tramutata in benessere materiale; le relazioni volte sempre più spesso al vantaggio di tipo economico; la persona diventata ormai consumatore, cliente e anche prodotto. Dobbiamo farci costruttori di una nuova società  capace di guardare al volto dell'altro. Non abbiamo bisogno di tutto ciò che ci viene venduto per poter essere felici: il consumo non ha nulla a che vedere con la felicità. Lavoriamo senza posa per poter pagare tutto ciò che non ci serve veramente e così la vita ci sfugge via. Costruiamo una società che sia capace di guardare all'essenziale, a ciò che veramente arricchisce la vita dell'uomo: le relazioni umane, la natura, la famiglia, gli amici e l'amore. Una società in cui venga rispettata la dignità di ogni essere umano. Un'utopia? Come disse l'antropologa Margaret Mead: "Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata!".



giovedì 31 ottobre 2013

LE RIVOLUZIONI INDIVIDUALI


Ogni essere umano, sin dai primi anni di vita, attingendo alla propria esperienza e alle idee che gli vengono comunicate, sviluppa una propria visione del mondo, o per essere più precisi produce o aderisce ad una Weltanschauung (il termine tedesco viene tradotto con "visione del mondo", ma esso possiede una dimensione sovrapersonale, quindi va oltre il punto di vista individuale), cercando così di organizzare la propria esistenza e di trovare il proprio posto in questo mondo. Tale idea su "come vanno le cose" può essere costruita su menzogne (certamente non riconosciute come tali) o su verità, ma solitamente si presenta un miscuglio di esse, ed essa include: l'identità dell'individuo, l'ordine del mondo, l'esistenza o meno di Dio, le regole per relazionarsi, la scala delle priorità, il proprio progetto di vita (queste idee o concezioni in particolare vanno a costituire la struttura portante della propria Weltanschauung e li chiameremo paradigmi) ecc.. fino ad includere l'opinione su ogni persona conosciuta o il giudizio sui singoli avvenimenti. Ogni uomo si muove all'interno della visione del mondo da lui costruita e attraverso di essa opera le proprie scelte.


Tuttavia ogni persona, nel corso della vita, si trova ad affrontare avvenimenti che possono mettere a rischio la propria visione del mondo perché in contrasto con suoi paradigmi. Tali avvenimenti possono per esempio essere la morte di una persona cara, l'entrare a contatto con una povertà estrema, innamorarsi profondamente di una persona e così via; essi saranno diversi per ogni individuo a seconda di quali siano i paradigmi della sua visione del mondo.  Di fronte a questi avvenimenti la singola persona può scegliere di adottare tre diversi atteggiamenti: ignorarli relegandoli nell'inconscio; cercare di giustificarli attraverso il ragionamento, rimanendo all'interno della propria Weltanschauung; cambiare i paradigmi dando origine ad una "rivoluzione individuale" che produrrà una nuova visione del mondo.


Nella vita dell'essere umano avviene dunque ciò che Thomas Kuhn aveva teorizzato per la storia della scienza. Secondo il filosofo statunitense la scienza nel suo processo storico non accumula verità l'una sull'altra, ma essa va sviluppandosi attorno a delle idee principali che chiama paradigmi. Nei periodo di "scienza normale" gli scienziati sviluppano delle nuove teorie che non vanno ad intaccare il paradigma. In seguito vi sono delle scoperte che mettono in crisi il sistema scientifico costruito, portando a "rivoluzioni scientifiche" durante le quali viene generato un nuovo paradigma. L'esempio più rappresentativo è quello del sistema copernicano che andò a sostituire quello aristotelico-tolemaico, rivoluzionando così la scienza di quel periodo storico.


La scienza, con il suo metodo e il suo procedere storico verso la verità, diventa dunque esempio per un corretto sviluppo dell'essere umano e per l'individuale cammino verso la verità ed una vita più piena. Come lo scienziato dubita di ciò che è dato per certo e coglie il rischio di sperimentare qualcosa di nuovo che la realtà presenta come vero, così ogni persona trovandosi di fronte ad avvenimenti che contraddicono la propria visione del mondo deve dubitare della veridicità di quest'ultima e prendere il rischio di costruirne una nuova che riesca ad includere anche quegli eventi. 


La vita presenta tuttavia una differenza fondamentale rispetto alla scienza: essa è più profonda, esistenziale e per questo acquista una maggiore drammaticità e radicalità. Per uno scienziato, sperimentare una nuova teoria, significa dedicare molto del suo tempo e faticare molto; ma per un individuo, investire nello sviluppo di una nuova visione del mondo, significa andare in contro alla disgregazione provvisoria della persona stessa, della propria identità e del proprio mondo: significa perdersi temporaneamente, e senza la possibilità di poter tornare indietro alla visione del mondo precedente. Una tale scelta richiede quindi una particolare forza personale e il coraggio degli eroi. E' chiaro, adesso, perché in molti preferiscano sfuggire dalla vita e rimanere rinchiusi nella propria Weltanschauung. Ma quest'ultima decisione porta, nascosto in sé, un pericolo maggiore: quello di non vivere ma di sopravvivere miseramente costruendo tutto su una mezza-verità, il pericolo di non esistere. Il premio, invece, per coloro che avranno scelto di scommettersi sarà alla fine una vita più piena, assaporata fino in fondo e il raggiungimento di una verità più profonda di quella scientifica.